Nei giorni successivi agli eventi protagonisti di Romanzo Quirinale, il nostro panorama politico ci presenta un quadro assai interessante su cui sarebbe, aldilà dell’analisi cronachistica, stimolante, se non necessario, avanzare una riflessione.
Tuttavia, per rinfrescarci la memoria, vorrei in parte ripercorrere quegli eventi che hanno portato ad affidare un secondo mandato a un Presidente della Repubblica che aveva espressamente chiesto di non averlo, e che hanno offerto al pubblico nazionale una rappresentazione teatrale se non altro molto disordinata, dalla quale pare averci guadagnato qualcosa solo il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia (il che ha tuttavia lasciato morti e feriti nella coalizione di centrodestra che pare sgretolarsi definitivamente).
Come si evince dalla sezione cui dedico i miei articoli, non sono un adulto affermato e il mio atteggiamento nei confronti della politica è ancora inebriato da quello scetticismo e criticismo tipico della gioventù (che sinceramente spero mi accompagnerà per sempre, magari in forma più matura). Tuttavia c’è da dire anche che, in seguito a un mio temporaneo disinteresse e quindi calata la mia capacità d’informazione nei confronti della politica contemporanea, ho deciso, anzi, ho sentito il bisogno di riavvicinarmi ad essa da relativamente poco tempo, scegliendo forse uno tra i periodi storici meno adatti. E quindi, dopo aver frequentato per breve tempo una realtà minoritaria tra i movimenti giovanili della Lega, aver condiviso pomeriggi e riflessioni sui banchi di Comunione e Liberazione e confrontandomi con la realtà giovanile del PD, i Giovani Democratici, posso dire che, riconoscendomi una certa predisposizione quantomeno all’ascolto di realtà tutte differenti tra loro, mi sono ritrovato a sentirmi spesso più a mio agio nella tradizione della destra. Il problema è sorto quando, dopo questa importante immersione, volgendo lo sguardo al panorama attuale, non ho trovato né bandiere né punti di riferimento cui appigliarmi per potermi mettere in gioco nell’attualità.
Facendo chiarezza: sono cristiano ma credo nei poteri separati (anche perché quando sento certi esponenti coprirsi dei valori cristiani mi viene il voltastomaco non riscontrando in essi, e nelle loro azioni, alcuna cristianità); credo nel ruolo fondamentale della storia passata per scrivere quella futura e credo, infine, fortemente nel dialogo e soprattutto in quello non-aggressivo. Sfruttando quindi la crisi che l’elezione di Mattarella Bis, definita da Marcello Veneziani il sostanziale sintomo di un’”Italia imbalsamata come una mummia” (MV, La Verità 30 gennaio 2022), ha portato al centrodestra, desidero far chiarezza su determinate idee, primo di tutti a me stesso. Attraversando le righe de Il Giornale, il Secolo d’Italia, Formiche.net e le parole di Pietrangelo Buttafuoco e il poc’anzi citato Veneziani, ho capito che, se non fosse per determinati precedenti, per come FdI ha gestito la situazione per l’elezione del PdR, da ora in poi darei il mio voto a loro.
Sì, ho detto se non fosse per determinati precedenti, ma in che senso? Premettendo ancora la mia ignoranza e il mio breve periodo di riavvicinamento alla politica, ammetto di aver provato a capire cosa sia la destra sociale, e per quello che ho assimilato, almeno ripercorrendo anche la storia dell’MSI e, tra gli altri temi, della sua avversione nei confronti della mafia (abbracciata solo dal PCI all’infuori di loro), a sentire la Meloni affermare di vedere in Berlusconi un degno patriota per la corsa al Quirinale, mi è venuto da storcere il naso, e non poco. E per questo ho apprezzato molto l’articolo di Veneziani pubblicato su La Verità riguardo questo tema (“dove lo troviamo un patriota per il Quirinale?”, MV, La Verità, 16 dicembre 2021). Ma inoltre, mi aveva stranito la retorica fatta contro il GP: insomma, il destroide non dovrebbe essere quel ragazzo che crede ed ha bisogno delle regole? Inoltre, non mi è mai piaciuta la sua politica anti-islamica. Anti-terroristica sì, perché il terrorismo è sbagliato sempre (pure quello nero di Forza Nuova contro la CGIL). Infine mi hanno un poco destabilizzato determinati eventi particolarmente dubbi come quello di Raffaele Fitto accusato di essere molto vicino, da governatore della Puglia, alla corruzione e alla criminalità organizzata (abbasso la mafia sempre!).
Ma ritorniamo al punto di partenza: la corsa al Quirinale, dalla quale ripartirò per prendere una posizione nei confronti della nostra destra. Oltre al giudizio positivo dato alla Meloni per come ha gestito la situazione, merito riconosciuto anche da Buttafuoco e Veneziani stessi, sento di voler bocciare definitivamente Salvini e Berlusconi. In quanto siciliano per metà del mio sangue, confesso di non aver mai nutrito una grande simpatia per Matteo, che tuttavia con la virata a 180° durante le elezioni prima e la proposta del partito repubblicano per il centrodestra (sempre a imitare questa America) dopo, ha perso definitivamente la mia fiducia. Parlando di Berlusconi? Ripeto, se non si fosse capito, che uno dei temi che ho più a cuore è la lotta alla criminalità organizzata. Ciò, per il patriota degno del Quirinale prima e ricoverato al San Raffaele dopo, parla da sé.
Per concludere il mio discorso, posso dire che starò a guardare, senza riuscire ad affidarmi a nessun partito, neanche a FdI che con questa mossa della lite nella coalizione, che può anche essere solo una gran furbata, sta salendo sempre di più nei sondaggi. E così come tra di loro Lega, FdI e FI “ormai sembrano parlare di storie separate e con un linguaggio diverso” (“Se Berlusconi guarda a sinistra perde la destra. I malumori di FdI” formiche.net 4 febbraio 2022), anch’io sento, per ora, di parlare in una lingua differente a quella parlata nell’intero centrodestra. Sarò di sinistra e non lo so?
Una cosa che mi ha insegnato la mia fede (fatto personalissimo e da non mischiare con giochi di partito) è che ha più senso porsi giuste domande anziché darsi cieche risposte. E allora mi congedo con una domanda, che è poi il titolo di un interessante articolo di Veneziani pubblicato sulla nostra stessa rivista tempo fa: “dove si è cacciata la destra?” (MV, il Borghese, marzo 2019).
Alberto Sicilia