Non ti dimentichiamo, Jan

Non ti dimentichiamo, Jan

Non ti dimentichiamo, Jan.

Le urla di sofferenza di Jan Palach rimbombano ancora oggi nella piazza di San Venceslao, nel centro di Praga.
Il 16 gennaio del 1969 il giovane Patriota cecoslovacco decise di darsi alle fiamme, in nome della libertà del popolo Ceco e in netto contrasto all’oppressione comunista dell’Unione Sovietica. Dopo tre giorni di agonia, il 19 gennaio, Jan Palach morì in ospedale a causa delle gravi ustioni riportate.
Per decenni i popoli assoggettati dal totalitarismo sovietico hanno espresso il desiderio di libertà e di indipendenza che, più volte, gli è stato negato attraverso l’efferata violenza di stampo comunista.
Il gesto estremo di Jan Palach, che per troppo tempo è rimasto nel silenzio, aveva lo scopo di scuotere le coscienze delle persone e dare un segnale al mondo Occidentale.
Il suo non è stato un suicidio, ma un martirio in difesa della propria Patria e del proprio popolo.
“Ancora oggi, nonostante le testimonianze storiche e i fatti emersi, una parte della politica Europa ed Italiana decanta quelli che sono stati gli atroci atti del comunismo. Ad esempio, poco meno di una settimana fa, abbiamo assistito alla triste apertura del XIX congresso della CGIL, a Bologna, sotto le note dell’inno sovietico. Noi, in quanto conservatori europei, preferiamo ricordare coloro che sono caduti a causa di una dittatura estremista e hanno sacrificato la loro preziosa vita per dare un profondo segnale di libertà alla nostra storia.
Noi non dimentichiamo, Jan.”
Questo il pensiero di Edoardo, militante di Gioventù Nazionale, ma è un po’ quello che è nel cuore e nella mente di tutti noi.
Jan Palach non è stato un suicida, ma un martire per la libertà.
Mentre in quel periodo i sessantottini davano fuoco al mondo per se stessi, Palach dava fuoco a se stesso per il mondo.
Questo è quello che dobbiamo ereditare: la voglia di un ragazzo Ceco di vedere la sua Europa libera dalle dittature, dai burocrati, un’Europa che sia veramente terra al fianco dei Popoli.
Con un gesto estremo lui lo ha dimostrato.
Noi, con piccoli gesti possiamo tramandarlo.
Non ti dimentichiamo, Jan.

“Amavi la vita e la libertà, credevi nel mondo e nella sua dignità, lottavi per l’uomo e per la sua felicità, sei morto per vivere, Jan!”

 

Flaminia Pace

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