Nella giornata in cui Eugenio Scalfari ha abbandonato la sua esistenza terrena, i pentastellati e quel che ne rimane hanno deciso di onorare il fondatore de La Repubblica con un’infima prova di cabaret. I grotteschi teatranti hanno regalato un indegno spettacolino, figlio della peggior politica. Tutti saprete bene o male cosa è accaduto. Il Governo di Super Mario ha posto la fiducia sul Decreto Legge “Aiuti”, decreto con cui vengono stanziati 23 miliardi per famiglie e imprese controil caro energia e l’inflazione. Sconto bollette, taglio accise sulla benzina, taglio unico fiscale, bonus di 200 euro, termovalorizzatore a Roma, sono i punti salienti di un decreto che al Movimento 5 Stelle proprio non era gradito. E allora i grillini, recependo gli indirizzi del leader maximo Conte, hanno deciso di astenersi non votando per l’ appunto la fiducia all’esecutivo.
Il 14 luglio il Governo incassa al Senato la fiducia con 172 sì ma la rottura del patto da parte dei grillini non è stata granché gradita da Draghi, il quale, nel tardo pomeriggio, ha rassegnato le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato. In altri tempi qualcuno avrebbe detto “meglio tirare a campare che tirare le cuoia” ma la prima repubblica è oramai un vecchio ricordo e forse le massime andreottiane non sono la specialità del Premier. A questo punto, esasperato dalla canea politica, l’ ultimo viceré scudocrociato, seduto sullo scranno più elevato della Repubblica, non ha accolto le dimissioni e ha invitato l’ ex banchiere a presentarsi in Parlamento. Parlamentarizzazione della crisi è per ora la linea tracciata da Mattarella. Il Sergione nazionale l’anno scorso di questo periodo era a godersi la vittoria a Wembley e ora deve, per l’ennesima volta, fare i conti con la baruffa di questi quattro incompetenti! Per carità, non lo invidia nessuno.
Le giornate che si dischiudono si profilano piuttosto convulse per cui risulta difficile indovinare scenari futuri. Preferisco francamente non arrischiare nel sadico gioco delle profezie politiche. Ciò che tuttavia un occhio anche poco esperto dell’arte di governo può affermare con certezza è che in questi anni i grillini ci hanno abituato alle peggiori piroette, ad infiniti giri di valzer. Hanno condotto, negli ultimi cinque anni, una politica nonsense durante i quali son diventati più farseschi del loro guru politico, più comici dell’idea stessa di un comico che fonda un movimento politico basato sul “vaffa”. Questa insipida commedia deve, tuttavia, irrimediabilmente fare i conti con una realtà che è tutt’altro che ilare, con una realtà che è tutt’altro che gioiosa. La tragicità degli eventi degli ultimi anni- dal Covid alla guerra in Ucraina- dovrebbe fare appello al senso di responsabilità degli attori politici.
Come è ovvio i personalismi, gli interessi partigiani prendono il posto dell’interesse nazionale, dell’interesse della collettività e da qui la peggior caciara politica. Il popolano avvocato Conte (per gli amici Giuseppi), dopo aver divorziato dal quel poltronaro di Giggino Di Maio, non poteva far altro che vendicarsi. E’ stato disarcionato nel 2021 ed ora altro non poteva fare che dirottare la sua rabbia verso l’eurocrate di Palazzo Chigi e il suo vecchio amichetto di partito. Tutto questo a spese di chi? Indovinate. A spese nostre, cari lettori. Ebbene, siamo sempre noi a pagarne il prezzo. Basti pensare che questo scherzetto della crisi ci è costato in un solo giorno 17 miliardi in termini di valore azionario. La crisi politica lascia al tappeto la Borsa di Milano.
Cupi e grigi appaiono anche gli scenari futuri. Qualora si andasse ad elezioni andrebbero in fumo l’ estensione al terzo trimestre del bonus bollette, rinnovo taglio accise su carburanti, il programma di abbassamento dell’ IVA sui beni della grande distribuzione oltre ad essere messa in pericolo una tranche di 22 miliardi del Pnrr. Ecco il senso di responsabilità dei grillozzi. Vi dirò di più: dopo tutto questo cancan, i pentagrulli saranno i primi a brigare per evitare che si torni alle urne. Questi scappati di casa temono di non poter profittare del vitalizio. Ve li immaginate? Dagli scranni del Parlamento alla strada a riscattare qualche posticino da impiegati. Non ci resta che pregare. Non ci resta che pregare le divinità perché portino un po’ pioggia e spazzino via tutta questa immondizia politica…
Francesco Di Palma