E’ oro per il doppio misto di curling, in quel di Beijing 2022 (Olimpiadi Invernali): prima medaglia, in questo sport, per il Movimento Italiano, conquistata dalla veneta Stefania Costantini, giovane promessa, dotata di grande intelligenza tattica e tecnica, e il trentino Amos Mosaner, sempre più icona di questo sport, sia nel misto, sia nella squadra maschile, di cui è third.
Costantini è alla prima Olimpiade (di una lunga serie, si spera), mentre Mosaner è alla seconda esperienza, dopo quella di Pyeongchang 2018, vissuta con il team maschile.
In effetti, proprio Pyeongchang ha segnato un punto di svolta per il Curling Nazionale, essendo stata la prima Qualificazione Olimpica conquistata sul campo (al contrario di Torino 2006, in cui ci si qualificò come Nazione Ospitante).
Il cammino del nostro Doppio Misto è iniziato il 3 febbraio, nel primo mattino Italiano, con l’8 a 4, rifilato ai colleghi Statunitensi Persinger e Plys, continuando, nelle sfide del Round Robin, ad inanellare otto successi di fila: 8 a 7, contro gli Svizzeri Perret e Rios; 11 a 8, contro i Norvegesi Skaslien e Nedregotten; 10 a 2, contro i Cechi Paulova e Paul; 7 a 3, contro gli Australiani Gill ed Hewith; 7 a 5, contro i Britannici Dodds e Mouat; 8 a 4, contro i padroni di casa Fan Suyuan e Zhi Ling; 12 a 8, contro gli Svedesi Val ed Eriksson; 8 a 7, contro i Canadesi Homan e Morris.
Nella fase finale, hanno avuto, di nuovo, la meglio sul doppio Svedese, per 8 a 1 (in Semifinale), e sul doppio Norvegese, per 8 a 5, permettendo, così, all’Inno di Mameli, di risuonare per il Water Cube, ribattezzato, in seguito ai lavori di riadattamento (per permettere di ospitare queste competizioni), Ice Cube.
Il totale di questa “Marcia Trionfale” è di 11 vittorie, su 11 gare consecutive: un record, nel record! Ora, ad attendere Mosaner sarà proprio il torneo maschile di Curling, citato in precedenza, mentre, per Stefania Costantini, la prima trionfante Olimpiade si conclude con questo storico oro, che ci racconta di sacrificio, determinazione e talento, in attesa che un numero maggiore di giovani e meno giovani s’incuriosiscano ed abbiano l’ardire di provarlo, permettendo anche una maggior opera di edilizia sportiva, il più uniforme possibile, in tutta la Penisola.
Marco Bilotti